Recensione “Anime impotenti”
Dimensioni Opera
cm 120×60
Anno di Produzione
2020
Tecnica
olio su tela
Sezione Artistica
pittura
Composizioni concettualmente e strutturalmente complesse, immagini come prese a prestito dall’immaginario onirico, atmosfere metafisiche, figure, geometrie, simboli e colori brillanti intinti di Simbolismo Comunicazionale. Così è la pittura di Massimiliano Della Corte: espressione concreta ed energica delle vibrazioni inconsce, rappresentazione analitica di stadi psicologico-emotivi universali dalle suggestioni infinite ed individuali. Le sue opere si costruiscono attorno a una complementarità armonica di segni e simboli strutturali dove la geometria degli archetipi umani, il colore delle pulsioni e il tratto figurativo diventano una nuova grammatica entro cui si definisce la riflessione critica dell’artista.
In opere come “Anime impotenti” il linguaggio di Della Corte traduce un’analisi delle miserie umane e delle contraddizioni dell’uomo contemporaneo nel suo rapporto col mondo circostante, che attende una sintesi nello spettatore che guarda. Qui la linea, il triangolo e il cerchio si compenetrano e si corrispondono nella definizione “analitica” di spazio e figure drammatizzate nel colore. La scena è così messa in vibrazione da quella vivezza di sentimenti intercettati dai contrasti delle tinte, ora nette, ora sfumate e dei pieni e vuoti, questi ultimi in corrispondenza dei volti umani, caratterizzati dal riferimento ad occhi e naso e dalla mancanza della bocca.
Un’iconografia che sembra voler alludere a quella condizione umana in cui ci si sente prigionieri del proprio silenzio, un silenzio che può essere imposto con la forza o autoimposto, che può muovere dall’impossibilità di esprimere il proprio dissenso o da un avvertito senso d’inadeguatezza. Un silenzio che è sofferenza, tradotta qui in dolore universale esorcizzato nel colore quale anelito di speranza. E l’immagine diventa visione che stimola i sentimenti, partecipazione emotiva, coinvolgimento.